Van Gogh - allestimento con coro
Debutta a Palermo nel 1994 per “La macchina dei sogni”, quindi per la rassegna Vetrine dell’ETI al Ridotto (poi sala Strehler) del teatro Biondo nel 1995 e nel 1996, col sostegno del Centro Culturale Francese libero adattamento da ”Van Gogh, il suicidato della società" di Antonin Artaud con danzatrice e coreografa percussioni disegno effetti vocali e sonori Sentimenti turbinosi e violenti, i sentimenti di un artista nei confronti di una società sbagliata e malata, responsabile dei mali coi quali il genere umano affligge i suoi simili: questo è quel che anima il testo e che la pièce riporta sulla scena. Nelle parole di Artaud è sempre presente una sorta di consapevolezza cosmica, istintiva e disperata e al tempo stesso fredda e razionale, con la quale questi affronta un destino non suo, quello di Van Gogh, ma che in realtà gli appartiene più di quanto si possa credere. Una voce di dissenso e di protesta, probabilmente solitaria nei suoi toni così violenti e disperati, toni che tali si mantengono in questo testo costituendone una forza espressiva difficile da eguagliare. È questa forza che costituisce il motivo ad essere dell’adattamento teatrale realizzato. Sulla scena, infatti, al potere di una parola così evocativa e coinvolgente si associa una gestualità assai significativa che da quella parola ha origine, che ora rimane gesto ora diventa danza. L’intento è quello di colpire lo spettatore, nell’animo e nella mente, con la forza derivante dal confronto fra l’enorme magia della semplice realtà di Van Gogh pittore e la vita dell'uomo Vincent, attraverso la figura di Artaud. Artaud, uomo di teatro, attingendo a piene mani dal proprio vissuto, si muove in una dimensione ormai matura e consapevole di dichiarazione di ineluttabili verità, arricchendo di straordinario vigore il potere della sua parola. La ricerca di essenzialità e di un’evocazione efficace ma senza orpelli, basata soprattutto sul potere del gesto originato dalla parola, è la chiave di lettura di questo lavoro. Sulla scena un unico personaggio è Artaud che fa vivere e sentire Van Gogh, ben conoscendone i sentimenti di artista non capito e confinato, per la propria particolare capacità di recepire la realtà, in un infinito del quale vuole impadronirsi anche la “coscienza bestiale della massa”. E accanto a Artaud/Van Gogh vi sono: |
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