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Agata

Agata   Agata

Lo spettacolo ha debuttato al Tor di Nona a Roma nel 2003, a Palermo per SiparioKalsa al Ditirammu nel 2004, nel 2007 al CTS di Caserta, al Teatro Libero di Palermo per la rassegna Palermo | Futuro artisti che operano e/o lavorano in Sicilia, a Porto Empedocle (Ag) per il Premio Vigata 2007, a Vico Equense (Na) per  “Anima Mundi Teatro d’esplorazione 2009”  Festival Nazionale di Teatro studio, ricerca e sperimentazione IV edizione

segnalato al Teatro in movimento 2004 - Fonopoli

Opera Finalista Vincitrice a APPLAUSI 2007
Torneo Nazionale delle Opere Teatrali inedite o non note
http://www.applausi.org/galleria_news.htm
 
una madre, una figlia
testo e regia di Maria Teresa de Sanctis
 
con
Maria Teresa de Sanctis
Letizia Porcaro

danzatrice e coreografa
Donatella de Sanctis

scene e costumi
Maria Teresa de Sanctis

musiche
David Darling, Native Tongue, Einstürzende Neubauten, Brian Eno

luci
Guglielmo Davì 

     -  Ma gravida la donna, quando gravida la donna rimane,  
        che cosa la tiene vicina all’essere del ventre già suo,
        se non umane illusioni e altro, l’altro del sogno, dell’alto,
        dell’oltre, del dove? …  -

Una vicenda di sesso e squallore (qualcosa riconduce alla Iolanda dello Zen, degradato quartiere di Palermo, di qualche lustro fa, per chi lo ricorda) ripercorsa dalle due protagoniste, una madre e una figlia, attraverso l’intrecciarsi  di monologhi dai quali il fatto rievocato dalle due differenti prospettive si riduce al perpetuo e vano cercarsi delle due donne. Da qui l’accostamento con la leggenda di Demetra e Kore, la fanciulla rapita da Ade il re degli inferi, l’archetipo della dualità.
Un racconto ora in parole ora in danza in un crescendo emotivo senza soluzione di continuità.
Una donna, l’ambiente è misero in ogni senso, ha soddisfatto le voglie del suo amante con la giovane figlia che ora trova il coraggio per andarsene, anche se verso un destino ignoto.  Sulla scena le due donne non si vedranno mai. 
Un unicum di parola, musica e danza per raccontare cosa può esserci al di là del sentimento materno, il lato oscuro dell’essere madre.

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