"Piccola, Rosalia ero"Del primo allestimento hanno scritto
<< … In una delicata alternanza tra parola e gesto si snoda la narrazione di una vicenda semplice ma emblematica che racconta di un allontanamento, di uno strappo dalla terra di nascita e del successivo scorrere della vita in un altrove per sempre. “Piccola, Rosalia ero”, scritto e diretto da Maria Teresa de Sanctis, è la voce di una fanciulla lontana, un percorso, una storia che s’avvicina al cuore quel tanto che basta a comprendere il disagio dell’emigrante, ma è anche la danza dell’anima lungo un tracciato, un impeto che viene da dentro che dice i sentimenti attraverso il movimento, e nello stesso tempo è un dialogo in lingua siciliana sul pensiero dell’addio. (…) La sceneggiatura di Maria Teresa de Sanctis anche regista e protagonista della pièce è ben strutturata, con molte alternanze tra le varie forme d’arte ed incastri convergenti in un climax appropriato. Le due attrici Mara Montante e Antonella Rizzo accompagnano bene la narrazione della vicenda e tra panni, lenzuola, sedie ed altri oggetti riescono a coinvolgere il pubblico trasmettendo profondità. La danzatrice Donatella De Sanctis attraversa con energia gli stati d’animo diventando elemento di fusione tra i vari piani discorsivi. Ben studiati il disegno delle luci e l’architettura dei suoni e delle musiche (…) spettacolo di alto livello … >> di Andrea Alessio Cavarretta dal web-magazine Kirolandia dell’12 marzo << … Con una scenografia minimale ed un cambio scena dinamico e versatile, “Piccola, Rosaria ero” riesce a raccontare in modo efficace una delle tante tragiche storie vissute da quelle famiglie costrette, per i più vari motivi, ad abbandonare la propria terra natia. I dialoghi in siciliano, inoltre, trasmettono effettivamente la sensazione di trovarsi in mezzo ad un pettegolezzo di paese, infatti Maria Teresa de Sanctis, nel riproporre quelle che dovrebbero essere delle riunioni tra comari palermitane, sfrutta il pubblico, lo mette a suo agio e usa tutto quello che le arriva da fuori, quasi come se gli spettatori fossero amici di famiglia, vicini, compaesani, in una recitazione a tratti comica, e a tratti drammatica, che accompagna la tristezza di una famiglia non francese ma neanche più italiana. >> di Matteo Lucchi dal web-magazine E-ZINE dell’11 marzo << … Storia di emigranti. Da Palermo a Parigi. Rosalia, accento francese, pian piano entra in scena, dal buio alla visibilità dovuta al pubblico con un look che rimanda all’idea parigina degli anni ‘50/’60. Con la sua famiglia in Francia, esplica la sua vicenda che si dimena tra burocrazia per ottenere la cittadinanza, la guerra contro l’Algeria per l’indipendenza di quest’ultima, il cambio del nome ed il suo costante pensiero verso Palermo e la sua famiglia. (… )La rappresentazione è dinamica, tra balli, il dialetto palermitano, il chiacchiericcio per le strade della città siciliana, le faccende casalinghe.( …) Interessante è l’interazione con il pubblico. Le donne cercano lo sguardo, la mimica facciale è ben sottolineata … Donatella De Sanctis balla. Probabile che sia un rimando a quelle danze proprie del luogo vicino all’Africa e un po’ tribale nel sangue. Prepara l’ambientazione in quanto la scenografia è scarna, vuota e viene costruita mediante il ballo. (… )Suggestivi i momenti in cui la ballerina si muove al passo di parole che provengono da dietro le quinte del Teatro ( ...) la creatività un buon punto di partenza, uno stimolo che ha reso solerte la recitazione rendendola fluida abbastanza per far risuonare spunti di riflessioni sulle dinamiche declamate. Un invito ad andare a vedere la "Piccola Rosalia, ero" , a scovarne particolarità, significati e magari potrebbe accadere di riconoscersi dentro quella dimensione. >> di Annalisa Civitelli dal web-magazine Tutto Teatro dal Corrirere del web del 7 marzo 2014 http://tuttoteatro.blogspot.it/2014/03/al-teatro-millelire-piccola-rosalia-dal.html << Il palcoscenico del teatro viene completamente stravolto a voler ricreare un ideale spazio fisico in cui si muovono le due zie di Rosalia che con grande maestria danno vita ad un autentico cortile palermitano, divertendoci senza mai cadere nella facile e troppo scontata caricatura (...) Per rendere ancora più poetico e delicato il fluire del racconto l’autrice inserisce delle brevissime coreografie interpretate dalla danzatrice Donatella De Sanctis che contribuiscono a dare maggiore spessore alla voce narrante. Sul palco quattro donne che, in maniera diversa danno voce e corpo ai ricordi di vita vera di una spettatrice, veniamo a scoprire solo dopo gli applausi finali, di una precedente piéce di Maria Teresa De Sanctis e ora protagonista di questo suo ultimo, prezioso e delicatissimo lavoro. Sopra ogni cosa la magia del teatro che trasforma in qualcosa di tangibile, condiviso, partecipato, i ricordi un po’ sbiaditi di una donna di oggi, di una bambina di ieri e riesce a trasmettere esattamente la stesse forti emozioni. >> di Francesca Calisti dal web-magazine www.gufetto.it del 10 marzo 2014 E alla radio articolo 1 ne abbiamo parlato insieme, se volete sentire, ecco il link: http://www.radioarticolo1.it/jackets/cerca.cfm?str=de+sanctis&contenuto=audio
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