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la compagnia
L'incontro

« ….il testo affronta sin dalle prime battute il problema della situazione fondamentale dell’essere femminile a contatto con il dolore e la consequenziale spaccatura tra due universi in bilico fra passato e presente: il mondo immerso nel reale svolgersi degli eventi e l’interiorizzazione personale di una donna (la protagonista interpretata dalla stessa regista) trascinata al limite della follia. Il dolore di una madre per la morte di un figlio, oltre ad innescare l’amara riflessione sull’appropriazione e la consumazione del senso di un evento tragico, richiama l’attenzione sull’originario rapporto di identità tra madre e figlia, per cui la pazzia della donna-madre può essere intesa solo muovendo dall’annullamento della persona-figlia. Dopo aver delineato i tratti del primo personaggio, il testo affronta la dimensione peculiare della narrazione: l’incontro tra la donna ed un uomo (l’attore Antonio Ribisi La Spina), cultore dei luoghi e della poesia, che impersonando poeticamente il senso storico dell’essere, si pone in contrapposizione alla dimensione priva di “luogo” dello smarrimento isterico della donna.

Dal contatto che pur mossi da diverse aspettative i due riescono a stabilire si snoda la narrazione e attraverso la follia dell’una e la poesia dell’altro l’esistenza si amalgama all’interno di una scena essenziale dove qualsiasi luogo può essere. Sfondo nero, spazio aperto e indefinito, desolazione dettata dalla miseria di cartoni gettati sul suolo, abiti smessi privi di identità che accentuano le movenze ossessive della donna e il tono gentile dell’anziano signore passato per caso sul luogo dell’incontro. Pause evocative e intermezzi musicali (musiche di David Darling, Dangaa e Willem, su disegno luci di Konstantin Gehring) arricchiti dalle danze della danzatrice e coreografa  Donatella De Sanctis, completano esaurientemente il quadro artistico tipico del gruppo teatro Totem, suscitando nell’attonito spettatore, attraverso l’evocazione dei ricordi e la suggestione delle parole, l’amore umano che interviene nell’incontro tra due mondi psicologicamente lontani ma pur sempre accostabili.  »
Elena Beninati – www.balarm.it
 
« In quel ripetersi ossessivo di azioni c’è tutto il dolore di una madre che ha perso qualcuno e che cerca di mantenerne vivo il ricordo, attaccandosi ad alcuni oggetti che porta sempre con sé, in una borsa (…)  Sulla scena Maria Teresa de Sanctis riesce a rappresentare appieno la tragedia che imprigiona la donna nei suoi ricordi …»
Carla Nicolicchia – La Repubblica
 
« ….Breve e denso susseguirsi di emozioni espresse con diversi codici (danza, parola, gesto) che evidenziavano esistenze che si incontrano e si scontrano fra follie degli uomini e del mondo. Un’ottima M.T.de Sanctis ha dato vita a questo lacerante brandello di universalità, affiancata da Antonio Ribisi La Spina e Donatella de Sanctis. »
Antonio Giordano – La Sicilia



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