Il Gruppo Teatro Totem informa:
vi ricordiamo il settimo appuntamento per
"A proposito di bellezza"
rassegna cinematografica
a cura di Maria Teresa de Sanctis
Verrà proiettato "Bowling a columbine", del 2002, un documentario di Michael Moore
presso l'associazione "Laboratorio Andrea Ballarò - Nausicaa" circolo ARCI
largo Rodrigo Pantaleone 9, 90143 Palermo tel 091201589
Importante:
la proiezione avrà luogo giovedì 7 ottobre alle ore 21
Saranno rispettate le normative anticovid19 e per accedere nei locali del Laboratorio è necessario il Greenpass.
E' necessario prenotare.
BOWLING A COLUMBINE
Prendendo spunto dalla strage della Columbine High School, Moore realizza “Bowling a columbine”, nel 2002, un documentario sull'uso delle armi in America.
In una banca del Michigan ai clienti più fedeli si regala una pistola. Un gruppo di 'onesti cittadini' organizza campi di addestramento paramilitare per esercitare il diritto di difendersi. Un'intervista a James Nichols che fabbrica bombe. Queste sono le premesse che conducono alla rievocazione della tragedia verificatasi alla Columbine High School nell'aprile 1999, quando i due studenti Erik e Dylan hanno fatto irruzione armati nella scuola provocando una strage. Il regista realizza un documentario il cui obiettivo è quello di scuotere le coscienze degli americani per cercare di indurre la popolazione ad un maggior controllo sull’uso delle armi. Moore non rinuncia al tono ironico, nonostante il film sia abbastanza provocatorio e su un argomento dai risvolti spesso drammatici.
Dal Morandini
Come Roger & Me (1989), è un itinerario, occultato dai mass media, attraverso gli Stati Uniti, un paese impregnato di violenza e di paura e ossessionato dalle armi da fuoco. Il titolo rimanda a due fatti di cronaca nera: il massacro, avvenuto il 20-4-1999, alla Columbine High School di Littleton (Colorado) per mano di due studenti dotati di armi automatiche che uccisero 12 studenti, un professore e sé stessi; e l'uccisione di 3 persone in un bowling della stessa città. Documentario anomalo e dirompente, passa per la presenza fisica del suo corpulento autore che con quieta e implacabile sicurezza scopre il suo punto di vista etico di investigatore, giudice e testimone accumulando informazioni, interviste, raffronti, persino disegni animati e tingendo lo sdegno della denuncia di ironia e sarcasmo. Esemplare è la sequenza della visita a Charlton Heston, portavoce della potente National Rifle Association che da più di un secolo sostiene i produttori di armi e i loro clienti: i confini tra fiction e non fiction tendono qui a scomparire. In questo suo film di denuncia sociopolitica, dunque parziale, M. Moore tocca vari temi: la cultura della paura, alimentata dai mass media, e trasformata in psicosi dopo l'11 settembre 2001; il razzismo esplicito o strisciante; i fantasmi delle origini storiche (guerre indiane, schiavismo, guerra civile); la lunga serie degli interventi armati, diretti o indiretti, negli altri paesi. Dopo Il mondo del silenzio (1956), è il solo documentario di lungometraggio messo in concorso al Festival di Cannes. Giudicato il miglior documentario di tutti i tempi dalla International Documentary Association di Los Angeles. Oscar per il miglior documentario. Costato 3 milioni di dollari, ne ha incassati 120.