Il Gruppo Teatro Totem informa:
presso il circolo ARCI laboratorio Andrea Ballarò –Nausicaa
in Largo Pantaleone, 9 (zona Marchese di Roccaforte - via Cordova)
avrà luogo la rassegna “A proposito di bellezza”
ideata da Maria Teresa de Sanctis
In un mondo un po’ confuso come quello di oggi, in un periodo particolare che sicuramente sarà ricordato a lungo dai posteri, il minimo che possa accadere è che si perdano di vista quei valori da sempre necessari perché la società possa progredire lungo un auspicabile percorso di evoluzione. Umanità, altruismo, rispetto per gli altri e la natura … insomma in una sola parola: bellezza. Quella bellezza dell’esistere che ci ricorda quanto sia importante per il benessere di tutti che tutti godano di questo benessere, e oggi in tempi di COVID questo è più vero che mai.
E allora è importante preservare questa bellezza, mantenerne vivo il significato perché solo salvando la bellezza il mondo potrà essere salvato. Questa è l’idea alla base della rassegna cinematografica qui proposta, “A proposito di bellezza” il titolo, rassegna che racchiude una serie di 10 film: poco recenti (“Into the wild”), di qualche tempo fa (“Il pianeta verde”, “Il grande blu”, “Il pianeta azzurro”, “Bowling a colombine”, “Dove sognano le formiche verdi”, “8 e mezzo”) e senza dubbio antichi (“Tabù”, “Il pianeta proibito” e “La grande illusione”).
Si comincia l'1 luglio con “La grande illusione”di Jean Renoir del 1937, uno dei capolavori assoluti della storia del cinema, dall’intenso messaggio pacifista e ricco di afflati di grande umanità.
Sarà un piacere scambiarsi opinioni e riflessioni dopo la visione del film.
Ma ecco il secondo film proiettato eccezionalmente il 7 luglio mercoledì sempre alle 21:
È il bellissimo “Into the wild”, di Sean Penn uscito nel 2007, il secondo film proposto in rassegna. Una storia nella quale il desiderio di libertà da un mondo capitalistico, dove consumismo e danaro macinano ogni illusione e si impadroniscono di ogni vita, si traduce in una grande lezione di amore e rispetto per la natura. La natura, la grande Madre che però può anche rivelarsi Matrigna, come drammaticamente accadrà purtroppo nella realtà dei fatti. La pellicola infatti racconta la vera storia di Christopher McCandless, un giovane benestante che rinuncia a tutte le sue sicurezze materiali per immergersi all'interno della natura selvaggia. Il ragazzo, perseguendo quella libertà da un mondo al quale sente di non appartenere, cresce nella consapevolezza del proprio sé e del mondo che lo circonda. “Into the wild” è la libera trasposizione del libro di Jon Krakauer "Nelle terre estreme", diventato un classico della sottocultura urbana. Dalla lettura del libro, Sean Penn ha dovuto aspettare ben dieci anni prima di ottenere i diritti. L’incredibile pazienza testimonia quanto questa storia abbia toccato la sensibilità del regista portandolo a realizzare, tra i suoi lavori, il film a lui probabilmente più intimamente vicino. Un film che offre ancora tanti spunti di riflessione sulla società di oggi e che per questo può anche essere definito film politico.
Sarà nostro piacere scambiarsi opinioni e riflessioni dopo la visione del film.
Recensione da ilMorandini
Nel 1990 il neolaureato 22enne Chris McCandless lascia Atlanta (Georgia) e, senza un dollaro, inizia un vagabondaggio di due anni. Si crea un'identità nuova, ribattezzandosi Alexander Supertramp; si emancipa dalla famiglia benestante (non dalla sorella); viaggia dal South Dakota alla California, avventurosamente, approfondendo la conoscenza degli uomini e della natura; punta verso l'Alaska dove muore dopo un solitario soggiorno di 113 giorni. Jon Krakauer, autore del libro Nelle terre estreme (1998) cui si è ispirato Penn, ne parla come di un giovane diverso, egocentrico, caparbio, puro di cuore, privo di compromessi, radicale nelle scelte e nell'etica. Produttore e sceneggiatore, Penn somiglia a McCandless. Deve avere intuito che poteva cavarne l'opera della sua vita e ci è riuscito con un film forte e sincero, sereno e dolente. Quando alla fine si arrende alla natura, impassibile più che crudele, la sua morte non è una sconfitta. La breve scena in cui, ridotto allo stremo, incontra un gigantesco orso bruno che lo sfiora e se ne va, è un momento di grande cinema. Lungo, non prolisso. Inopinato V.M. 14 anni. Colonna musicale di Eddie Vedder, voce dei Pearl Jam.
Le proiezioni avranno luogo il giovedì alle 21 presso i locali del laboratorio Andrea Ballarò –Nausicaa.