A Palermo
venerdì 15 marzo ore 21.30
al MOB Studio in via Raffaello,2 (zona Galilei)
per la terza giornata della rassegna
Il suono e le parole
poesia, teatro e documentari
si proietta
“Vera” di Francesca Melandri (48 min), premiato per la sezione Migrazioni e memorie (la storia di una ebrea scampata alla persecuzione nazista, dalla memoria il rispetto e l’amore per la vita piuttosto che un comprensibile sentimento di odio; dalle note della giuria che lo ha premiato «un film che invita a non processare la storia ma ad analizzarla, capirla, condividerla ed impegnarsi evitando cosi che si ripetano gli stessi errori»).
"Vera", un film che, con la profondità del pensiero figlio di un ricordo drammatico dei giorni bui della storia recente dell’Occidente e che avrebbe potuto partorire un sentimento di rabbia, di odio o voglia di vendetta, si dimostra essere una voglia di riscatto rispettando ed alimentando la vita altrui, anche animale. "Vera" è un film che invita a non processare la storia ma ad analizzarla, capirla, condividerla ed impegnarsi evitando cosi che si ripetino gli stessi errori. La memoria, non solo collettiva ma anche individuale può essere lo zoccolo su cui costruire uno stile di vita mettendo la sacralità della vita al centro e come contorno, l’esperienza maturata nel corso degli anni. La morale è una sola. Nella vita, non si invecchia ma ci si lascia invecchiare.
Contributo all'ingresso 3 euro
Prossima proiezione
5 aprile
“Le figlie di Mami Wata” di Giuseppe Carrisi (64 min). Attraverso la storia di Isoke Aikpitanyi, riuscita a uscire dalla tratta, si racconta il fenomeno del traffico di ragazze nigeriane dal loro Paese in Italia a scopo di sfruttamento sessuale. Il film è ambientato a Benin City, definita la "fabbrica italiana di prostitute" e in diverse realtà italiane dove le vittime finiscono sulla strada. Isoke Aikpitanyi, già autrice del libro “Le ragazze di Benin City” è anche ideatrice dell’omonimo progetto che intende aiutare tutte quelle ragazze che vogliono uscire dalla tratta.