Dal 18 gennaio per quattro settimane ogni martedì a Palermo presso "I Candelai", via Candelai,65 "Il suono e le parole - III" rassegna di musica, poesia, teatro e altro ... La magia del suono, il potere del verso, la suggestione della musica: ritmo rivelato, ritmo nascosto, poesia della parola, poesia del suono e l’incanto del teatro. Un’idea per celebrare la bellezza della parola in quanto testo, poetico e drammaturgico, e in quanto suono, musica essa stessa ricca di suggestioni e potere evocativo.
Ma l’artista vive nell’oggi ed è dalla realtà del vivere che la sua arte trae linfa vitale ed allora anche quest’anno, come per le altre edizioni della nostra manifestazione, si ricorderà la giornata della memoria il 27 gennaio anticipandola il 25 gennaio con un momento di teatro civile, con un nuovo allestimento dello spettacolo “Un segno del tempo chiamato memoria” di Maria Teresa de Sanctis, su Peppino Impastato e Aldo Moro, una riflessione sui due uomini accomunati sulla scena dall’essere morti due volte, la prima per la morte fisica, la seconda per la delusione provata già presentato al Lampedusainfestival 2010 www.lampedusainfestival.com.
Nella stessa giornata lo spettacolo sarà preceduto da un documentario sulla fortezza Europa dal titolo “Immaginari di confine - pratiche ed immaginari dal confine orientale dell’Unione”, di Giorgia Serughetti, Andrea Kunkl e Giuseppe Fanizza già presentato in più festival in giro per l’Italia e anche al Lampedusainfestival 2010 e seguito dal documentario sull’inferno del lavoro in miniera “Dallo zolfo al carbone” di Luca Vullo, già vincitore della rassegna Lampedusainfestival 2009.
Ma è la poesia ad aprire la rassegna il giorno 18 gennaio e, come avvenuto nelle precedenti edizioni, è sempre l’universo poetico femminile quello che esploriamo, proponendo quest’anno un lavoro che mette a confronto Sylvia Plath con alcune poetesse algerine e afghane (dalla raccolta “Côté femme d’un poème l’autre” a cura di Cecile Oumhani e Zineb LaouedJ), quando donna vuol dire sofferenza e dolore e libertà infine solo nell’arte anche a costo di morirne: “Un’unica voce – Sylvia Plath, Nadia Anjuman e altre”, parole che diventano gesto in un racconto musicale con Maria Teresa de Sanctis, Letizia Porcaro, Fabio Rizzo (al sax), Giovanni Costantino (percussioni) e la danzatrice Donatella de Sanctis.
Si continua poi l’1 febbraio con lo spettacolo teatrale “La paura del buio” di Luigi Fabozzi, la Vita, la Pazzia, la Morte, l’Amore e di nuovo la Pazzia. e tutto era arrotolato nei Manicomi
per chiudere quindi il 10 febbraio con “Enza sempre in bianco” di Maria Teresa de Sanctis, uno spettacolo su una delle tante mogli degli emigrati, le donne del Sud un tempo, oggi di tutto il mondo, che tirano su i figli da sole con i mariti lontani, già presentato al PalermoTeatroFestival 2007.
Magia della poesia, potere della parola che è suono che diventa gesto che rimane segno, e tutto nel regno della musica, musica dei suoni, dei corpi, delle voci, delle immagini, in un libero concerto di emozioni dove il racconto arriva sempre al cuore secondo la poetica del Gruppo Teatro Totem. E sempre in un contenuto che definisce una forma che significa.
|